sabato 9 agosto 2008

Maleoccupati su Acqua&Sapone

La rivista Acqua&Sapone del mese di agosto ospita tra le sue pagine, nella sezione "Io giornalista per una volta", un pezzo in cui Maleoccupati si racconta.

Di seguito il testo:


Anni? 26.
Sposata? Sì.
Figli? No.
È questo il profilo della potenziale mamma, lo stesso che rimane di me ogni volta che sostengo un colloquio di lavoro. Di fronte alla combinazione di questi tre requisiti, la laurea da 110 in Giornalismo, i corsi di formazione professionale, le conoscenze informatiche certificate, vengono inevitabilmente archiviati nel dimenticatoio e la conclusione è perentoria: le faremo sapere, anche se…. Scartata. È così da un anno. Ora sono commessa part-time in un negozio di abbigliamento, in nero, con un misero stipendio che non raggiunge neppure le 200 euro mensili. Un’occupazione avuta grazie alla complicità di un’amica che mi ha presentata al suo datore (che poi è diventato anche il mio) senza specificare il mio stato civile. Lui non ha provveduto a indagare e ne è venuto a conoscenza soltanto qualche settimana dopo. Constatata la mia intenzione di non mettere al mondo creature che “avrei difficoltà a mantenere” – dissi – mi ha tenuta. Devo averlo proprio convinto! D‘altronde ho accettato di dedicare metà della mia giornata ad un’attività che esula totalmente dai miei interessi e, oltretutto, per un compenso da fame. Da aprile questa e altre esperienze le racconto nel blog www.maleoccupati.blogspot.com. L’idea è nata dalla lettura di un’inchiesta sul lavoro flessibile condotta su Panorama da Gianluca Amadori. Dalle storie riportate sembrava emergere l’immagine di un’Italia contenta di lavorare nell’incertezza. Eppure fra quelle righe ho scorto tanti segnali di insoddisfazione ed espressioni che ben conosco, che io stessa più volte ho pronunciato, e che riempiono le mie giornate scisse tra un’impeccabile vita familiare e un’inappropriata vita lavorativa
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