giovedì 11 marzo 2010

A proposito di retribuizione...

VI SEGNALO UN ANNUNCIO DI LAVORO SUL QUALE RIFLETTERE
...Cerco possibilità di fare gavetta ed esperienza in un'agenzia di Comunicazione pubblicitaria a Catania, con retribuzione minima di sopravvivenza.

giovedì 4 marzo 2010

Mah!

Vorrei condividere con voi una storia che arriva dalla Sicilia. Sarà la stessa giornalista Clelia Coppone a raccontarvi la scandalosità dell'aut aut a cui è stata posta di fronte.

Maleoccupati è con lei


Cari colleghi,
sedici anni per chi che ne ha 33 sono tanti. Sono una vita, alimentata da un infinito amore per una professione che, da queste parti, è stata sempre avara di soddisfazioni. Per sedici anni ho “offerto” il mio lavoro al Giornale di Sicilia. Ho iniziato a seguire le partite di calcio ogni domenica, nei campi più polverosi della provincia più dimenticata, ho sperimentato la cronaca nera negli anni di sangue del “triangolo della morte” e infine mi sono occupata di inchieste e processi importanti a Catania, un settore che nessuno voleva coprire per i rischi che comporta soprattutto in rapporto agli scarsi incentivi.Un settore che, mi permetto di ricordare, è in genere affidato a soggetti “contrattualizzati” anziché a semplici collaboratori. Ebbene, io ho assicurato al Giornale di Sicilia la copertura della cronaca giudiziaria a Catania per tanti lunghi anni, permettendo al “mio” giornale di pubblicare notizie in esclusiva, sempre nel rispetto della verità e del riscontro delle fonti. Il mio impegno, la mia attendibilità e la mia dedizione, prima che a questo lavoro, a questo giornale sono testimoniati dalle decine di “lettere di apprezzamento” che in questi anni mi sono state spedite dal direttore in persona. Al ruolo di cronista, a partire dal 2004, ho poi affiancato quello di “contrattista” che ho svolto, anche in questo caso, in modo corretto e professionale, dando persino prova di assoluta fedeltà quando sono arrivata a negare i miei diritti per non scioperare e rimanere al fianco dei vertici del Giornale.Una premessa, questa. per ricordare a chi non lo sapesse quanto è stata intensa e produttiva la mia esperienza al Giornale di Sicilia. E’ risaputo comunque che a fronte dell’impegno profuso non corrisponde una retribuzione che permetta neppure di sopravvivere a livelli decorosi.Nonostante la magrezza dei compensi e nonostante da tempo avessi rinunciato a chiedere quello che, a “giudizio universale”, mi spettava di diritto, giorno 2 febbraio 2010 la direzione, tramite la segreteria di redazione, mi ha messo di fronte a una scelta tra il Giornale di Sicilia, a cui ho dedicato tutta la mia vita lavorativa, e un settimanale che ha avuto la coerenza di offrirmi un “contratto”.Non credo di essere l’unica “co.co.co.” del Giornale ad avere altre collaborazioni/lavori. A Catania così come nel resto dell’isola c’è chi scrive su altri quotidiani, chi lavora in radio e in televisioni, chi ha uffici stampa di assessori, onorevoli, associazioni, ordini, onlus etc. E non si tratta solamente dei collaboratori.Non credo che ci sia nulla di scabroso a collaborare con un settimanale (che quindi non è in concorrenza con un quotidiano, soprattutto con uno dalla storia e dalle dimensioni ben più consistenti) in settori che, tra l’altro, il più delle volte, non rientrano tra le mie competenze al Giornale di Sicilia. Rammento che soltanto qualche settimana fa, a gennaio, il Giornale di Sicilia ha pubblicato in esclusiva la notizia del pentimento di un boss del clan Laudani senza che nulla venisse scritto da Sicilia Oggi.net (per la cronaca, è questo il nome del settimanale freepress). Tra l’altro in questo stesso settimanale scrivono tanti altri collaboratori del Gds, da tutte le province siciliane, che però non sono stati colpiti dall’ostracismo come è capitato a me.Io ritengo di essere stata vittima di una campagna di odio che mi è totalmente estranea e di essere stata messa di fronte ad un “aut aut” iniquo, senza che mi venisse offerta alternativa se non la consueta, misera collaborazione.E’ facile mettere con le spalle al muro una co.co.co [1]. senza contratto né tutele. E soprattutto senza alcun sostegno umano: non c’è stata neppure l’ombra di un interessamento da parte di colleghi, Comitato di redazione, sindacalisti o responsabili vari del giornale informati sull’ennesimo sopruso che si stava consumando tra i corridoi di via Lincoln. Nessuno ha mosso un dito o ha osato dire una parola, forse troppo impaurito da punizioni dall’alto.Ma posso credere che la direzione di un quotidiano come il Giornale di Sicilia non abbia di meglio da fare che preoccuparsi di inezie del genere? Posso credere che passi il suo tempo a controllare i propri “collaboratori” e ad inserirli tutt’ad un tratto nella lista degli “sgraditi”?Non so se questa lettera otterrà risposta, una seria risposta e non le laconiche frasi che finora mi sono state propinate (del tipo “prendere o lasciare”) e non mi aspetto ondate di indignazione, che pure meriterebbe, ma ho voluto che andasse ad allungare l’elenco delle tante che ho letto con dispiacere in questi anni e che sono passate tra l’indifferenza dei più, soprattutto dei cosiddetti “Capi”, da quelli che sulla carta storicamente dovrebbero difendere i collaboratori per passare a quelli della redazione centrale, col loro assordante silenzio, per finire con i nostri sindacalisti che sono riusciti a propormi solo qualche soluzione poco ortodossa. mentre i collaboratori come me e soprattutto quelli delle province sembriamo destinati a combattere la nostra guerra dei poveri.
Saluti a tutti,Clelia Coppone

venerdì 26 febbraio 2010

Non di solo giornalismo posso vivere!

Sto cercando di ritrovare me stessa, tra le mille cose in programma ogni giorno e altrettante rinviate per mancanza di tempo. Adesso che faccio il lavoro per cui ho studiato, che tanto ho desiderato, mi manca ancora qualcosa. Provo la spiacevole sensazione di sentirmi satura, priva di soddisfazioni concrete. Per arrivare al traguardo di "giornalista" (virgolettato perchè non ancora iscritta all'albo), ho dovuto aspettare, mettermi alla prova per dimostrare le mie doti, nell'illusione che mi bastasse raggiungere quest'obbiettivo per essere realizzata. In verità aspiro a dell'altro. Non basta scrivere righe e righe di notizie, informazioni ed eventi, per poter dire ce l'ho fatta. Almeno a me, questo non basta. È necessario che qualcuno riconosca il tuo impegno, la tua professionalità. È necessario che tu possa avere coscienza di poter vivere la tua vita senza dipendere economicamente da altri, che siano i tuoi genitori o il tuo partner. Non vorrei sembrare venale, ma quando il tempo comincia a indicare sulla tua carta d'identità che non sei più sufficientemente giovane, è inevitabile pensare alla tua indipendenza. Il giornalismo è una parte di me di cui non potrei fare a meno. Per quanto mi sforzassi di sopprimerlo, riemergerebbe insistentemente, fino ad avere la meglio su tutto. Ma, per come stanno le cose in questo momento, pretende 100 da me e mi restituisce soltanto 10. Un abisso, con cui devo fare i conti giornalmente, tra bollette da pagare e qualche sfizio da voler soddisfare. Prima di iniziare quest'avventura, ripetevo sempre a me stessa che non avrei mai rinunciato a realizzare questo mio sogno; che anche ad ottant'anni avrei cercato di tramutarlo in realtà. Per fortuna non ho dovuto aspettare così tanto! Eppure, ora che l'ho avverato, ho capito che non posso aspettare ottant'anni per avere una casa tutta mia, per avere dei figli a cui poter assicurare un futuro sereno, per constatare che i miei studi hanno portato buoni e tanti frutti. Non posso più aspettare. Non sto rinunciando, ma semplicemente ho deciso di allargare i miei orizzonti. Verso dove non mi è del tutto chiaro. Intanto il primo passo l'ho appena fatto: voglio anche altro.

martedì 13 ottobre 2009

Ho voglia di una pratica riconoscita


Finalmente una collaborazione giornalistica! Dovrei essere alle stelle, eppure manca ancora qualcosa: una retribuzione! Nel mio campo è necessaria. Non per vivere, anche perché con quello che ti pagano ad articolo più che altro potresti sopravvivere e per di più se scrivi abbastanza. Ma per poter semplicemente vedere riconosciuti i miei sacrifici con l’iscrizione all’albo. Da quando ho iniziato come corrispondente della mia città ci sono momenti in cui l’adrenalina mi fa sentire soddisfatta, altri in cui è il senso pratico a prevalere, e a distruggermi. Perché ora passo intere giornate davanti al pc a digitare tasti e controllare contatti senza vedere un euro. Il problema, quello vero, è che in cambio della mia attività mi danno visibilità, nient’altro che visibilità. Fermandomi a riflettere su questo piccolo particolare capisco che a me non interessa. Io voglio scrivere, scrivere bene, e veder riconosciuti i miei sacrifici non con la visibilità ma come qualunque altro lavoratore, con una paga. La mia non è solo una passione, è anche la voglia di farne una forma di sostentamento. Lo so, sono già stata fortunata a trovare un giornale che mi sta dando la possibilità di realizzare un sogno: a metà, ma di realizzarlo. Lo so, purtroppo. E d'altronde lo stesso Beppe Severgnini, giornalista del Corriere oltre che scrittore e curatore del seguitissimo blog Italians, a un ragazzo che gli chiedeva cosa fare per diventare giornalista, dopo avergli dato dieci consigli conclude: “spera di essere fortunato, altrimenti i consigli da 1 a 10 ti serviranno a poco”. Peccato che a me questo non basta. Peccato! Io voglio sentirmi realizzata fino in fondo. Svegliarmi la mattina sapendo che il lavoro che mi aspetta sarà ricompensato anche in denaro, e che con quel denaro potrò contribuire alle spese di famiglia. Non so fino a quando continuerò ad accettare questo stato di cose. Forse finché non avrò di nuovo il coraggio o l’incoscienza (ancora non ho capito bene di cosa si tratti) di rimandare tutto e dedicarmi per il momento ad altro. Intanto incrocio le dita per l’ammissione all’ennesimo corso di giornalismo dove sentirò ripetermi nozioni per me non di certo nuove. Ho voglia di pratica, ma di una pratica riconosciuta dall’ordine dei giornalisti.

venerdì 10 luglio 2009

Buone vacanze!


Buone vacanze a tutti! Presto tornerò a raccontarvi le mie avventure o disavventure nel mondo del lavoro. Attendo numerose le vostre storie che potete inviarmi via e-mail. Mi raccomando, specificate se volete che le pubblichi nel blog. Buon divertimento, Maleoccupati.

giovedì 14 maggio 2009

Nuove assunzioni: i 184 tornano a far sentire la loro voce

Chi scrive è uno dei 1200 idonei rimasti in attesa da nove anni del concorso pubblico a 184 posti di Vigile del Fuoco bandito nel 1998.
La cosa assurda è che con il decreto mille proroghe 2009 hanno autorizzato la proroga della validità della nostra graduatoria per il nono anno consecutivo ai sensi dell’art.5 L.14/2009,ma ad oggi l’amministrazione rimanda il tutto all’ufficio legislativo,in previsione di un corso alla fine di giugno non sappiamo se chiameranno qualche idoneo della nostra graduatoria. Abbiamo, già da tempo, costituito un Comitato che lotta giorno dopo giorno per far valere i propri diritti sanciti dall’articolo 97 della Costituzione, che recita: “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso pubblico”, questa precisazione è stata più volte ricordata anche dal Ministro Brunetta, però purtroppo, non ne vediamo riscontro.Stando al parere emesso dal Dipartimento della Funzione Pubblica (UPPA n°2/08), sussiste il vincolo, più volte ribadito dalla giurisprudenza costituzionale, di garantire l’adeguato accesso dall’esterno (mediante concorso) in misura non inferiore al 50 per cento dei posti utilizzati, configurandosi, infatti, la stabilizzazione, come progressione verticale. Purtroppo, anche di questo non abbiamo riscontro,visto che per l’anno 2008 ci sono state 1300 assunzioni,ma solo 52 della nostra graduatoria,le altre provenienti dalla graduatoria della stabilizzazione dei precari. Il Comitato idonei 184 V.F. è disposto a qualsiasi cosa pur di vedere realizzato questo sogno, sperando di sensibilizzare l'opinione pubblica ed ottenere finalmente risposte concrete dallo Stato, per il quale in futuro, si spera, saremmo disposti a dare la nostra vita.
Un idoneo del concorso 184 V.V.F