martedì 13 ottobre 2009

Ho voglia di una pratica riconoscita


Finalmente una collaborazione giornalistica! Dovrei essere alle stelle, eppure manca ancora qualcosa: una retribuzione! Nel mio campo è necessaria. Non per vivere, anche perché con quello che ti pagano ad articolo più che altro potresti sopravvivere e per di più se scrivi abbastanza. Ma per poter semplicemente vedere riconosciuti i miei sacrifici con l’iscrizione all’albo. Da quando ho iniziato come corrispondente della mia città ci sono momenti in cui l’adrenalina mi fa sentire soddisfatta, altri in cui è il senso pratico a prevalere, e a distruggermi. Perché ora passo intere giornate davanti al pc a digitare tasti e controllare contatti senza vedere un euro. Il problema, quello vero, è che in cambio della mia attività mi danno visibilità, nient’altro che visibilità. Fermandomi a riflettere su questo piccolo particolare capisco che a me non interessa. Io voglio scrivere, scrivere bene, e veder riconosciuti i miei sacrifici non con la visibilità ma come qualunque altro lavoratore, con una paga. La mia non è solo una passione, è anche la voglia di farne una forma di sostentamento. Lo so, sono già stata fortunata a trovare un giornale che mi sta dando la possibilità di realizzare un sogno: a metà, ma di realizzarlo. Lo so, purtroppo. E d'altronde lo stesso Beppe Severgnini, giornalista del Corriere oltre che scrittore e curatore del seguitissimo blog Italians, a un ragazzo che gli chiedeva cosa fare per diventare giornalista, dopo avergli dato dieci consigli conclude: “spera di essere fortunato, altrimenti i consigli da 1 a 10 ti serviranno a poco”. Peccato che a me questo non basta. Peccato! Io voglio sentirmi realizzata fino in fondo. Svegliarmi la mattina sapendo che il lavoro che mi aspetta sarà ricompensato anche in denaro, e che con quel denaro potrò contribuire alle spese di famiglia. Non so fino a quando continuerò ad accettare questo stato di cose. Forse finché non avrò di nuovo il coraggio o l’incoscienza (ancora non ho capito bene di cosa si tratti) di rimandare tutto e dedicarmi per il momento ad altro. Intanto incrocio le dita per l’ammissione all’ennesimo corso di giornalismo dove sentirò ripetermi nozioni per me non di certo nuove. Ho voglia di pratica, ma di una pratica riconosciuta dall’ordine dei giornalisti.